Friday, October 05, 2007

Quando i magistrati vanno in TV

Da un po' di tempo si respira un'aria diversa in questo magnifico paese che è l'Italia. È un'aria strana, difficile da decifrare. Non si tratta, come cantava battiato, di aria di rivoluzione, o per lo meno non ancora. Per ora sembra diffondersi l'odore acre e ottundente della censura, della repressione. Certo, si censura come si conviene in una democrazia, o meglio, come in un sistema travestito da democrazia.

Mastella si lamenta si lamenta di Anno Zero, dice con aria risentita e minacciosa che porterà in Parlamento la sfiducia al CdA della RAI. Lo stesso Mastella che decide quando trasferire i magistrati scomodi. Lo stesso che brucia risorse pubbliche per fini meramente personali.

Mastella si lamenta perchè un magistrato ha fatto l'affronto di andare in TV. Forse quello era l'unico modo che quel magistrato aveva per salvarsi la vita. E chiaramente questo indispettisce tutti coloro che invece avevano a cuore una sua uscita di scena.

Mi viene il vomito quando apprendo come venivano gestite le inchieste in Basilicata. Mi fa schifo capire come attraverso quali artifici gli indagati riuscivano a controllare le mosse degli accusatori. Mi fa inorridire l'intreccio di interessi fra i rappresentanti della politica, quelli della giustizia e la criminalità organizzata.

Mastella ha stile nel fare i suoi avvertimenti durante la conferenza stampa. Santoro è scomodo, è di parte, si dice. Ma di quale parte? La parte da cui sta Santoro, secondo me, purtroppo oggi non esiste più. Vorrei che qualcuno mi dicesse se una vaga traccia dei valori della sinistra, quella vera, ancora permane nell'Unione. A me sembra che in Italia ormai esista una destra ed un centro: questi sono i veri due poli. Altro che centro-sinistra.

Quindi sono d'accordo: Anno Zero è di parte. Fortunatamente ci sono ancora delle isole in cui è possibile riconoscerli quei valori di giustizia, anche sociale, di libertà e dovere d'informazione. Di quest'ultima, dicono, viene fatto un uso strumentale. Ora, non credo sia possibile mai, in nessun caso, comunicare qualsivoglia pezzo d'informazione in modo neutro.

Ogni attore del mondo dell'informazione agisce sulla notizia, lasciandoci una traccia. Basti vedere Fede al TG4 per capire di cosa sto parlando: è il caso più eclatante. Ma non si tratta solo del modo in cui le notizie vengono date, sia nella mimica che nella gestualità, o nel modo di articolare una frase (p.es. una frase al passivo ha un effetto diverso da una frase con il verbo attivo). A monte di tutto, la prima traccia viene lasciata sulla selezione della notizia da dare, e di quella da escludere.

Sono arrivato a sentire tre TG al giorno, e la somma di tutti non riesce a darmi un'informazione completa. Perchè in tutte queste settimane ho sentito una sola volta parlare di cosa prevede il protocollo sul welfare? Perchè nessun TG ha dato voce al caso De Magistris?

Allora, ancora una volta, benvenga qualcuno che è dalla parte delle informzioni che hanno un elevato valore civile. Perchè non è possibile che tutta la televisione, anche quella di Stato, dei cittadini, debba appiattirsi ed appiattire le menti. I cosiddetti "reality" hanno la presunzione di far passare per vera una finzione, spostando continuamente i confini di ciò che si considera il dominio delle proprie possibilità. Poco importa se poi è effettivamente così. E poi basta con il mercimonio di sentimenti ed emozioni in programmi costruiti che propinano storie inverosimili.

In mezzo a tutto questo letame, ci si lamenta se qualcuno usa la TV in modo strumentale; perchè, letteralmente, la utilizza come strumento per informare il cittadino. Oggi i programmi che "fanno pensare", che stimolano, si contano sulle dita di una mano. I politici infastiditi farebbero bene a provare un po' di vergogna e tacere.

Ma l'arroganza è tipica in chi sa di agire in modo sospettabile, ma mostra i muscoli per ostentare il potere. Ed allora è meglio che i giornalisti si dedichino a notizie più amene. Trasforliamo i telegiornali in tante varanti di Verissimo o l'Italia in Diretta. Così da formare le nuove generazioni con lo spirito critico di una bottiglia di plastica. Chiaro, tout se tient, dall'abolizione degli esami di riparazione al 3 + 2: si prometteva di raggiungere l'eccellenza ed invece si riesce a spostare il baratro sempre più in basso.

Complimenti.

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