Wednesday, December 28, 2005

Haircut..

La data di oggi è da segnare: ho tagliato la coda...ora sono ritornato ai tempi pisani. Chissà, così potrebbe anche ritornare anche la spensieratezza di quel periodo. Ieri ero nel basso Salento, dopo esser passato per Maglie, Otranto..I ricordi di quest'estate mi hanno infilzato il cuore. Confido nell'anno nuovo..

Tuesday, December 20, 2005

Smoke gets in your eyes




They asked me how I knew...E' strano a volte come funzionino le associazioni di idee. Attraversando la 5th, mi sono imbattuto in un caratteristico tombino fumante..sarà che si avvicina il momento del rientro in Italia, ma mi è venuta in mente la nota canzone dei Platters. "Something here inside cannot be denied".. ma è tutto così confuso ora. Da una parte avrei bisogno di un appoggio in questo periodo, dall'altra sono così broken-hearted da non sentirmela di dar nulla a nessuno. Ho dato troppo negli scorsi mesi, ed a sproposito (Now laughing friends deride, Tears I cannot hide). I need to recover. Non posso costringere nessuno a starmi dietro in questo periodo. Anche perchè ora il mio cuore ha bisogno di parecchie cure. Il calore della mia famiglia sarà sicuramente un toccasana, così come le attenzioni degli amici e di quella che sta diventando la mia seconda famiglia torinese...

"when a lovely flame dies, smoke gets in your eyes.."

Monday, December 19, 2005

Union Square

Rush finale questa mattina, prima della partenza.. Avevo ancora qualcosa da comprare, e finalmente ce l'ho fatta. Ho finito!!!




Sono arrivato a Union Square che erano quasi le 11. Oltre al mercatino di Natale, c'erano le bancarelle con i prodotti alimentari tipici. Tipici di dove, poi? Pomodori simil-pachino, formaggi, insaccati.. Sembrava di stare alla festa de Santu Roccu. Chiaramente ho sentito un certo calore avvolgermi in questa mattinata ancora dannatamente fredda. E' stato strano entrare nella metro alla 145a col cielo grigio, ed uscire a Union Square con i raggi di sole che colpivano le vetrate dell'edificio di Barnes&Noble. Finalmente entro nel vivo del mercatino. Sapevo bene cosa dover comprare, e non mi restava che trovare gli stand giusti.




Così in poco più di una settimana ho finito il mio giro di acquisti, fra regali che rimarranno nella mia stanza ad Harlem, senza essere mai consegnati, e regali che non avrei immaginato di comprare fino a qualche settimana fa. Ma la vita va così...Questo rientro mi spaventa un po'. Ho diverse cose da sistemare, lunghi discorsi dalle conseguenze imprevedibili. So solo che vedrò le persone che mi vogliono realmente bene, ed è l'unica cosa che mi rassicura. Qualunque cosa verrà, sarà quella giusta. Oggi ho anche comprato una tutina tenerissima per una neonata, che si è affacciata su questo mondo 5 giorni fa...Chissà cosa pensava la commessa che me l'ha venduta mentre la indicavo tutto contento. Benvenuta sulla terra, M. Ed auguri anche ai tuoi genitori: sono proprio curioso di vederti!

Life on earth may be expensive, but it does include an annual free trip around the sun.

Sunday, December 18, 2005

Columbus Circle




Arrivo verso le 11 del mattino, dopo essermi svegliato con comodo ed aver fatto colazione.. A Columbus Circle c'è il mercatino di Natale più vicino: sono una centinaio di blocchi, ma in metro ci si arriva in 20 minuti. Avevo ancora dei regali da fare, e non mi andava di arrivare fino a Union Square. E poi oggi era una giornata meravigliosa: Columbus Circle è praticamente Central Park South-West. Al giro fra le bancarelle è quindi seguito una bella passeggiata per Central Park, fino all'89a. Lì ho tagliato fino ad Amsterdam avenue, risalendo fino alla Columbia. Alle 2 dovevo vedermi con Lynn per il pranzo. Siamo andati in una pizzeria di un siciliano, che conoscevo già. Ho preso la mitica pizza col formaggio di capra... E' stata una bella parentesi in questa giornata movimentata. Lynn sta diventando un punto di riferimento nella mia vita newyorkese: sono contento di averla conosciuta. Per un terroncello come me, avere qualcuno su cui poter contare è molto importante. Soprattutto in questo modo, senza alcuna malizia. Visto che la fine dell'anno si avvicina, è tra le poche interazioni umane con il segno + da mettere nel bilancio finale del 2005..




Nel pomeriggio ritorno a Columbus Circle, per comprare ancora qualcosina.. Sembra che stia svaligiando i mercatini, in realtà ho solo parecchie incertezze su cosa comprare. Ed allora passo e ripasso davanti alle bancarelle, fino a quando non sono convinto.. Il sole comincia a tramontare, e fa più freddo. Un tall cappuccino mi scalda le mani mentre ancora mi muovo fra gente e luci. Sono troppo stanco. Scendo a prendere la metro. Ho ancora domani per comprare l'ultimo regalo.

Saturday, December 17, 2005

42nd Street - The Chrisler Building



Questa era oggi Manhattan, mentre andavo da Times Square a Union Square, per fare le ultime compere di Natale... non finiscono mai!! ma sono a buon punto... Hanno aperto un'altra pista di pattinaggio su ghiaccio a Bryan Park...uff... mi sa che prima di partire proprio non ce la farò ad farmi un giro..

Felicità...

...quella vera sarà senza un graffio di ruggine...

Pizze e birre newyorkesi

Venerdi di farewell per un amico che va via.. ma forse lui gli addii non li sopporta, ed allora ha preferito non presentarsi.. (buon viaggio, A.). Arrivo a casa di T. ed A., nell'upper east, con la mia solita puntualità spaventosa, nonostante il singolare sciopero dei mezzi, ed il triatlon che ho dovuto fare per passare dall'upper west all'upper east (considerando che in mezzo avevo Central Park). Incontro C. nel portone, e saliamo insieme. Strana ragazza, vispa, energica, ma con una dolcezza incredibile negli occhi, che un po' stride con i suoi "milanesismi". Saranno forse le origini greche, da parte di madre. L'avevo consciuta l'altra sera allo Stanton Social, e mi aveva fatto subito una bella impression. Cmq è entrata nell'alveo delle mie simpatie (magari io a lei sono antipatico da morire..). Poi, per carità, io sono il maestro delle prime impressioni fuorvianti, soprattutto quando parto con tanto entusiasmo.

Saliamo fino al quarto piano (che in realtà è il terzo) ed aspettiamo ancora un po'. Dovrebbero arrivare altre due persone che ancora non conosco, ed in più speriamo sempre che A. si faccia vivo. Arrivano dopo una decina di minuti S. e F. All'inizio non capisco se sono una coppia o sono sulla strada per diventarlo. Però hanno un accento familiare, è chiaro che vengono da sotto la Linea Gotica... La loro parlata è davvero simpatica. Realizzo che sono una coppia, ed anche parecchio carini insieme. Decidiamo di andare in una pizzeria, se non ricordo male sulla 3rd Avenue. Ci sediamo e cerco nel menù una pizza che mi soddisfi. Peccato che si scocciavano a formulare loro delle pizze standard. Soluzione pratica: ti diciamo che ingredienti abbiamo, poi sono cazzi tuoi. La classica margherita è stata affiancata da una pizza con prosciutto, olive nere e pomodori secchi fritti: spettacolo...

La serata è trascorsa molto fluidamente, ed ancora una volta mi sono trovato a conoscere delle belle persone, almeno apparentemente. Anche la notte è trascorsa bene, grazie alle due pinte di birra con cui ho fatto andar giù i pomodori. Questa mattina trovo la mail di un prof. cinese che molto velatamente mi chiede se potrà stare nella mia stanza torinese nel suo periodo di visiting a torino. A me? Un cinese? Non esiste proprio... Non è razzismo, è che le differenze culturali sono tali... Ho convissuto con un cinese, e non ne ho ricavato una buona impressione. Ergo, quando J.J. si trasferirà da Bergamo a Torino, dovrà trovarsi una sistemazione alternativa... Temo cmq di sapere già di chi si tratta, almeno a mezzo di racconti indiretti...

E' arrivato il momento di andare: mi aspetta una mattinata di lavoro, ed un pomeriggio di acquisti pazzi al mercatino di Union Square...

Friday, December 16, 2005

Un vecchio errore...

Così ho perso anche una fra le persone a cui tengo di più, cui voglio più bene. Ho perso un appoggio importante. La sincerità ha un suo prezzo, e bisogna esser pronti a pagarlo. Sono triste, ma non voglio prendere in giro nessuno. Tanto meno una persona che mi ha dato tanto senza mai chiedermi nulla in cambio. Ora mi sento completamente svuotato, come se dovessi ricominciare tutto da zero. Credo che il 2006 dovrà essere l'anno dei grandi cambiamenti. Per ora il Natale si prospetta ancor più triste di come l'immaginavo.

Thursday, December 15, 2005

Rockfeller Center



7,30 p.m.: ci vediamo alla caffetteria della Business School. Lynn è una ragazza americana, con sangue italiano, metà siciliano e metà campano. Ci siamo conosciuti ad una retrospettiva sul cinema di guerra, alla proiezione di un film di Rossellini. Decidiamo cosa fare: lei è stanca, reduce dai finals. Allora prendiamo la metro fino a Columbus Circle e di lì poi tagliamo dalla 57esima fino alla 5th Avenue. Nel periodo Natalizio è qualcosa di spettacolare. Luci, musiche, gente, neve: sembra davvero di essere in un film. Comincia il delirio delle foto con la mia macchinetta digitale comprata qualche giorno fa: l'ho pagata una miseria, ma il suo lavoro lo fa. D'altronde io preferisco le care e vecchie reflex... C'è un posto sulla 5th dove allestiscono delle vetrine veramente sfiziose, e pare ci passino tutto l'anno a progettarle. A gennaio, dismesse quelle attuali, cominceranno a lavorare su quelle del prossimo Natale... Di fronte c'è il mitico albero in Rockfeller Plaza. La gente di sotto che pattina su ghiaccio, e noi che un po' titubanti decidiamo se buttarci o meno.. siamo parecchio stanchi: magari sabato o domenica. Camminiamo ancora parecchio, e chiacchieriamo parecchio di letteratura, di cibo italiano (mio argomento preferito), del quartiere di Brooklyn in cui vive lei. Sono passate un paio d'ore nel frattempo, e lei è stanca ed ha bisogno di dormire. Ha la macchina vicino al campus, su Amsterdam av. Ritorniamo allora al Coumbus Circle per riprendere la metro. La riaccompagno alla macchina e me ne torno a casa. E' stata una bella serata, spensierata come non ne passavo da davvero tanto tempo. Per una parentesi di tempo mi sono buttato tutto alle spalle, e mi sono goduto la scoperta di questa nuova conoscenza. Grazie Lynn (anche se non riuscirai mai a leggere queste righe in italiano...)

Wednesday, December 14, 2005

Downtown..

Cammino nel cuore di Soho, e rari si schiudono alcuni vicoli col pavimento lastricato ricoperto dalla neve. Se d'improvviso nn mi trovassi davanti alla City Hall, non mi sembrerebbe di essere a Manhattan. Il vento gelido rende questa passeggiata quasi una tortura. Ho il viso completamente congelato, ma vado avanti senza posa. Risalgo per Broadway fino a Union Square. C'è il mercatino di Natale, pieno di luci e di gente che si muove fra le bancarelle come mosche in un contenitore di vetro. Mi addentro fra borse, guanti, oggetti esotici, e comincio a pensare ai regali che vorrei comprare. Penso alle persone che mi stanno a cuore. Ma è un pensiero che mi fa stare inspiegabilmente male. Sarà un Natale triste, e non può farci nulla nessuno. Il più triste degli ultimi anni. Cerco di scacciar via questi pensieri, e prendo Park Avenue fino alla 42esima. Sono ancora nell'East Side. Non sembra, ma sono passate un paio d'ore dall'inizio di questa fresca passeggiata. Comincia il cedimento strutturale: o mi infilo in uno Sturbucks e prendo il mio solito Venti Cappuccino, o cerco una stazione della Metro che mi riporti a casa. La cosa migliore da fare è andare a Times Square, che è sempre sulla 42esima, ma sul West Side. Mentre taglio Manhattan, passo per Bryan Park: mercatino di Natale anche qui, ma fa veramente troppo freddo per entrarci. Arrivo a Times Square e prima di prendere l'1 in direzione Uptown, cerco una pasticceria che, a detta di D., dovrebbe avere dei cannoli siciliani decenti. La trovo sull'altro lato della strada, che vende dolci e cheescakes insieme a gyros e tranci di pizza. Non è proprio mestiere loro...Finisce così un pomeriggio passato a fare il flaneur per le vie newyorkesi.

Tuesday, December 13, 2005

Navigo a vista...

...così soleva rispondere mio nonno a chi, negli ultimi anni di vita, gli chiedesse come andassero le cose. E' la risposta di un lupo di mare, di chi sa di non poter più progettare le mete del suo viaggio. Aspettare che si intraveda terra è l'unica cosa possibile. Mio nonno aveva navigato tanto. Così mi ritrovo ora a vivere io, in questa situazione confusa e incomprensibile. Il faro che seguivo ha deciso di spegnersi, ma io sono ancora in mare aperto. In balìa delle onde, aspetto che si diradi la foschia e finalmente si presenti un approdo. Possibilmente sicuro e duraturo, che la nave è stanca di vagare errante.

Monday, December 12, 2005

Confuso..

..allo sbando, come l'ago smagnetizzato di una bussola. Ogni tentativo di riuscire a riprendere la mia vita da dove l'avevo lasciata prima d'incontrare lei rischia di diventare vano. Mi chiedo perchè non si renda conto del peso delle parole, perchè non riesca a realizzare che certe cose fendono il cuore come una lama affilata, e lasciano il segno.
Ma le parole costano poco, ed i fatti dicono ben altro. Non so più a cosa credere e, soprattutto, nn capisco se prende in giro più me o se stessa. Il solo fatto che conta è che lei ora non è con me, che ha deciso di andar via. Le parole se le porta via il vento..
Voglio reagire, ritrovare il mio sorriso ed il mio buonumore, proverbiale per chi mi conosce...Non riesco a capire perchè stia lasciando che il mio amore si esaurisca ed impoverisca. Devo reagire. Anche se so bene che questo significherà raggiungere presto il punto di non ritorno...
E' così triste lasciare che sfiorisca un amore che non ha avuto la possibilità di esprimersi al meglio...

Saturday, December 10, 2005

In un momento (Dino Campana)

In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
P.S. E così dimenticammo le rose.

Thursday, December 08, 2005

Posso scrivere i versi.. (Pablo Neruda)

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.

Scrivere, per esempio. "La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".

E il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.

In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.

Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza di lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.

Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.

Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.

Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.

Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.

D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.

Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.

E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.

Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.

Wednesday, December 07, 2005

Monday, December 05, 2005

Illusioni

Ho smesso di sognarlo, infine, con un brusco risveglio un sabato pomeriggio. Ma fuori c'era il sole, e la collina innevata mi infondeva un piacevole senso di protezione. A volte ci illudiamo di aver trovato qualcosa di inifinitamente prezioso, ma il valore che assumono cose e persone è solo dentro di noi. A volte attribuiamo valore a cose e persone ingiustamente, e sogniamo amori sperando che si travestano di realtà. Fortunatamente in un modo o nell'altro il sogno finisce, e ci si rende conto che l'amore reale è altrove. Ora è un po' presto, ma le stelle torneranno a disegnare un nuovo amore sognato. Spesso è proprio li, ma le nuvole della nostra miopia non ci consentono di vederlo fino a quando un colpo di vento non le porta via.

Friday, December 02, 2005

Non respingere i sogni perché sono sogni (Pedro Salinas)

Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.