Thursday, March 30, 2006

...io son Sordello de la tua terra...

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Quell'anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra.
Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s'alcuna parte in te di pace gode.
Che val perché ti racconciasse il freno
Iustinïano, se la sella è vota?
Sanz'esso fora la vergogna meno.
Ahi gente che dovresti esser devota,
e lasciar seder Cesare in la sella,
se bene intendi ciò che Dio ti nota,
guarda come esta fiera è fatta fella
per non esser corretta da li sproni,
poi che ponesti mano a la predella.

(Dante, Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI, 76-96)

Non c'è nulla nella cronaca politica di questi giorni che non renda così attuale ciò che veniva scritto secoli fa... Non c'è nulla che alimenti la speranza di un mondo migliore, in cui la politica sia governo dei popoli e non perseguimento del proprio interesse. Non c'è nulla: questo è tutto.

Wednesday, March 29, 2006

Maremma pulita..

Sole, caldo, luce; verde, viola, giallo nelle aiuole... Una folla di ragazzi e ragazze seduti sui gradini davanti all'Old Library. Un pugliese (io..), un romano e un toscano messing around nella caffetteria della School of International and Public Affairs (SIPA). Sono un po' frastornato. La primavera è esplosa nei suoi colori e profumi caratteristici. Tutto rinasce fuori e dentro. Impressioni e sensazioni amplificate dalla sana incoscienza dell'ultima settimana a New York. Giorni concitati. Tante cazzate sparate in scioltezza. Mi godo il presente e penso al futuro mentre il passato si ripresenta incombente. Tre prospettive temporali assolutamente conciliabili. Bisogna solo capire come: ma ogni cosa a suo tempo...

Per il momento: domani 30 Marzo 2006 cena italiana da Sezz Medì, Amsterdam av. at 123th street. Alle 8 davanti all'alma mater. I'm gonna miss the time I've been having here...

Monday, March 27, 2006

In limine


(Santa Barbara, 5 Marzo 2006)
*** *** *** *** ***
Godi se il vento ch' entra nel pomario
vi rimena l' ondata della vita:
qui dove affonda un morto
viluppo di memorie,
orto non era, ma reliquario.

Il frullo che tu senti non è un volo,
ma il commuoversi dell' eterno grembo;
vedi che si trasforma questo lembo
di terra solitario in un crogiuolo.

Un rovello è di qua dall' erto muro.
Se procedi t' imbatti
tu forse nel fantasma che ti salva:
si compongono qui le storie, gli atti
scancellati pel giuoco del futuro.

Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
Va, per te l' ho pregato, - ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine...

(E. Montale)

Sunday, March 26, 2006

Assolo..

...che non è l'italianizzazione del dialettale "assulo"... Ore 10 p.m. grandioso assolo di tamburello: mezz'ora ininterrotta. La fortuna di abitare ad Harlem è che nessuno si lamenta: c'è sempre qualcuno che fa più casino di te... Very proud of myself: mi sento proprio carico, energico, positivo. Non so cosa mi sia preso in queste settimane... Beh, forse un po' lo so, ma faccio finta di niente... Per ora...

Lenox Lounge




Fine Jazz... Attraversi la 125a fino a Lenox Avenue. Allontanandosi dalla Broadway, andando verso est, si ha sempre più l'impressione di entrare in un un altro mondo, dove New York si trasforma nel suo opposto. La gente ti guarda, ti parla. Ero l'unico bianco per la strada, era tardi, ma mi sentivo sicuro: alla faccia dei detrattori di Harlem. Entriamo nel locale: the Lenox Lounge. E' il classico locale jazz che sognavo da ragazzino quando suonavo Ellington e Monk. Sul retro c'è la sala con la live music. Manca soltanto la fitta coltre di fumo, per il resto gli ingredienti ci sono tutti. A parte un pianoforte a mezzacoda su cui ho lasciato gli occhi, muri zebrati, cameriere di colore che passa ogni due secondi col vassoio in mano, chiedendoti cosa vuoi da bere, uditorio chiaramente locale. Un bicchiere di rosso, mentre cominciano a suonare: The Benny Powell Quartet. Sono bravi, carismatici, energici. Il leader, Benny Powell, è un simpatico signore attempato di colore che parla di dolore, amore, vita. Life is a gift of love.

Il rapporto fra suonatori e pubblico è molto caldo. Da diversi punti della sala partono "yeah" dopo gli assoli di trombone e di sax. Scandiamo il tempo con le mani. Sicuramente una delle più belle serate da ricordare. Alla mia sinistra un gruppo di ragazze di St. Louis totalmente prese dal ritmo.

Torniamo a casa. Ho un sorriso a 32 denti: sono felice. E' davvero un bel periodo questo: non c'è un momento che non stia riuscendo a gustarmi pienamente.

Friday, March 24, 2006

Dedica

[...]
Ma tutto questo è già più di tanto
più delle terre sognate
più dei biglietti senza ritorno
dati sempre alle persone sbagliate
più delle idee che vanno a morire
senza farti un saluto
di una canzone popolare
che in una notte come questa
ti lascia muto
[...]

(I. Fossati & E. Finardi)

a C.

Shopping

Su e giù per Soho e Tribeca... Sono partiti quasi quattrocento dollari in estrema scioltezza... Ma me lo meritavo proprio!! Mi piace fare amicizia con le commesse americane... E poi, tornare verso casa risalendo Broadway, mentre il cielo è ormai al crepuscolo, e le luci del Chrisler sono già accese: impagabile...

Thursday, March 23, 2006


Self explaining

Sorprese

Beh, non si può proprio dire che oggi sia una giornata "uneventful". Apro la casella di posta elettronica: un mio amico si sposa a Giugno, una mia amica è incinta, ed un'inaspettata lettera introspettiva.

Se il buongiorno si vede dal mattino, cosa succederà fino a stasera?

Wednesday, March 22, 2006

Una Poesia

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso ,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità

(P. Neruda)

Qualche tempo fa mi hanno fatto leggere questa poesia, e da allora mi capita spesso di risoffermarmici sopra. Mi sono reso conto che ogni volta che la rileggo mi viene in mente qualcuno dei miei amici presenti e passati, forse perchè me lo ritrovo tra le righe. Allora ho deciso di esplicitarlo attraverso una dedica collettiva:

Ad Alessandro, che per primo mi parlò di questa poesia: è forse la persona che più volte ha avuto il coraggio di cambiare percorso nella vita.
A Marcella, che la strada l'ha cambiata appena in tempo, e la cui pazienza è stata davvero premiata da una splendida felicità.
A Davide, che ha rovesciato il tavolo rompendo con l'abitudine spinto da un sano amor proprio.
A Simona, perchè le brillano gli occhi quando parla di qualcosa che l'appassiona, ed fra le persone più vive che io conosca.
A Sarita ed a Luca, che recentemente hanno deciso di cambiare lavoro.
A Valeria per avermi insegnato tanto tempo fa quanto è bello inseguire i sogni, ed a Michela per avermelo ricordato recentemente.
A mio fratello, che per tanto tempo è riuscito a fuggire ai consigli sensati, pagando più di quanto avrebbe dovuto.
Ai miei genitori, perchè hanno saputo trasformare i sogni in progetti; perchè hanno saputo cambiare mantendo un punto di riferimento stabile.
A mio padre, che parla troppo con la gente che non conosce, anche in lingue che non conosce.

Inviterei Davide, Simona, Marcella, Valeria ed Anna a fare lo stesso con una poesia scelta da loro, nel modo e nella forma che più gli piace. Spero di leggervi presto!

Pranzo Newyorkese

Ovvero una improbabile zuppa di ortaggi, tristemente consumata davanti al PC. E' il terzo giorno che lo faccio... Nell'andirivieni dall'ufficio al Deli, ho conosciuto finalmente un po' di gente del dipartimento. Dopo 6 mesi... Per loro la pausa pranzo è per l'appunto il percorso in ascensore dal sesto piano fino al pianterreno: avrei dovuto capirlo prima che l'unico modo per socializzare era conformarmi a questa abitudine..

Ah, se mi mancano i tomini elettrici e la Barbera del Monferrato...

Tuesday, March 21, 2006

E' uno schifo...

Come direbbe il mio amico M. Basta leggere pagina 4 del Financial Times per capire cosa ne pensano di noi qui negli States: un'analisi lucida e tecnicamente inoppugnabile del disastro prodotto dal signor B. Qualcuno intervenga, per piacere. Non è possibile usare i toni da dittatore e declamare le virtù di una democrazia che hanno impoverito, rendendola sciatta e priva di contenuti. Eh si, il FT non si risparmia neanche di sottolineare come il valore dell'apparenza (che quando non coincide con l'essere produce menzogna) sia prioritario nella CdL.

Poi leggo su "Repubblica" i commenti del signor B. alle dimissioni del signor Tod's: "Silvio Berlusconi, [....] torna ancora sulla vicenda, ospite di Sky Tg24 Pomeriggio, il programma di approfondimento condotto da Maria Latella. In studio anche Fiorenza Vallino direttrice di Io Donna, Silvana Giacobini direttrice di Diva e Donna e Daniela Bianchini, direttrice di Amica." Mancava solo Sandro Mayer, direttore di "Oggi" e "Gente", e poi c'erano tutti...Modera il dibattito il parruchiere Pino, che quelle riviste nella sala d'attesa ce le ha tutte... Ed io che ancora rimango basito quando vedo Valeria Marini chiamata come opinionista a Porta a Porta. Che tristezza infinita. Chi ci sarà a fare le domande nel confronto da Vespa? Paola Perego? Chiediamo ai due candidati se stanno con Albano o con la Lecciso?

Per il bene dell'Italia: mandatelo a casa.

Saturday, March 18, 2006

Stranamore

[...]
E tu che hai preso in mano
il filo del mio treno di legno,
che per essere più grande avevo dato in pegno:
e ti ho baciato sul sorriso per non farti male,
e ti ho sparato sulla bocca invece di baciarti
perchè non fosse troppo lungo il tempo di lasciarti:

Forse non lo sai ma pure questo è amore.

(R. Vecchioni)

Coast to Coast - Part Three

One of the most recurrent elements of American landscape is represetned by bridges. Everybody knows the Brooklyn Bridge in New York. San Francisco too has famous bridge: the so called Golden Gate. It crosses the bay, connecting two parts of the city. In the picture below you can see why it was called so. Its name is due to the small arch at the bottom-right of the bridge, which was the gate to the bay.




After the trip around the city, we went back to the airport the pick up the car we rent. We started driving: the most enjoyable part of the trip. I proposed myself as first driver. I had never driven such a kind of car before, and I was quite excited.




It was the sunset, and the light was fading out. We started the trip, but we were too tired to drive more than a couple of hours. So we decided to stop in Santa Cruz, basically in the middle of nowhere. We found a cheap motel, but we couldn't find something to eat... it was too late!! Just Suomen was so brave to eat food in the Burger King...I was worried for his health...




The day after we left very early in the morning. The best part of the western coast were to be viewed. We then undertook the California 1, southward. Shortly the leaving, a wonderful world started disclosing before our eyes...

Thursday, March 16, 2006

Cardiologia

Che si gioca per vincere e non si gioca per partecipare
Chi è ferito e non cade, ma continua ad andare
A sbattersi nel buio e a farsi vedere
A sanguinare di nascosto e a pagare da bere
A goccia a goccia, ma tu guarda, il mio cuore mangiato
L’amore ha sempre fame, non l’avevi notato
E dice sempre con disinvoltura
Senza paura dice: “mai”, senza paura mai.

Che si veste di bianco per scandalizzare
E compra rose a dozzine
E fa curvare i pianeti e fa piegare le schiene
Che si gioca per vincere e chi vince è perduto
Con una chiave ed un numero in mano
Tutta la notte aspettare un saluto
E a pensare: “ti amo”

Chi raccoglie conchiglie dopo la mareggiata
E il cielo è ancora scuro, ma la notte è passata
E macina la sabbia dentro i mulini a vento
E che non ha mai fretta e che non ha mai tempo
E poi l’amore indecente, che si lascia guardare
L’amore prepotente che si deve fare
E gli amori ormai passati e ancora vivi nella mente
Chè dell’amore non si butta niente

(F. de Gregori)

Coast 2 Coast - Part Two

We landed in San Francisco around noon. A friend of Suomen's came to pick up us at the airport. We spent the whole afternoon walking around the city and trying local food specialities.




I think the S. Francisco bay is the most fascinating landscape I saw on the Californian coast. It looks like a complex mixture of people, smells, colours, sounds.




We also run into a peculiar character playing the guitar next to the famous Ghirardelli gardens. He was a perfect ham, as he kew how to deal with people. I showed my interest, and he started speaking about the story of his life, very proud of the Italian words he knew and of having met people like Pavarotti. Well, he also was proud to have met Enrica Bonaccorti. Nevermind...




He sang an Italian song from Naples, Santa Lucia, and it was very funny to hear a song I've always been used to hear with the correct pronounce (neither Italians are able to sing it properly). I enjoyed it so much that I gave him all the change I had in my pocket. We then ketp on going around towards the edge of the sea...

Tuesday, March 14, 2006

Coast 2 Coast - Part One

It's time to start telling about the coast to coast, before memories begin fading out. Like an economist, let me start with some figures:

Total miles: 4832
States we crossed: 15
Places we stopped: 9 (San Francisco, Santa Cruz, Santa Barbara, Los Angeles, Las Vegas, Grand Kenyon, Santa Fe, Saint Louis, Cincinnati).
Fuel: too many gallons...

We left on Saturday March the 4th. We were so crazy that we decided to reach the JFK airport by subway. Like in Duke Ellington song, we took the A train very early in the morning, as you can see in the picture below.




We were 3, Matteo, me and Suomen (who was taking the picture..). It was freezing outside. Since the beginning the trip has been funny. The NYC subway is populated by very strange characters, even at 4 in the morning. We met two crazy girls coming back from a Friday night party, eating a MacDonald salad with French fries as breakfast. We finally arrived at JFK, and Matte was already struggling with his luggage...




It took about 5 hours to get to Phoenix, where we had the connection to San Francisco. I could feel to have left New York, as people were strangely kinder than I had used to for the last months. A guy offered his seat to me just to let me see the landing in San Francisco. And it was worthy, as it is a very amazing view. It seems you are landing on the water, and the ground really appears in the very last monment. This was the first impact with California: not so bad, I have to say...

Now it's time to sleep, but I promise I'll come soon with further pictures and tales..

Monday, March 13, 2006

Viaggi e Miraggi

"Dietro a un miraggio c'è sempre un miraggio da considerare,
come del resto alla fine di un viaggio,
c'è sempre un viaggio da ricominciare.
Bella ragazza, begli occhi e bel cuore,
bello sguardo da incrociare,
sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare.
Accompagnarti per certi angoli del presente,
che fortunatamente diventeranno curve nella memoria.
Quando domani ci accorgeremo,
che non ritorna mai più niente,
ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria."
(F. De Gregori)

Some time ago I received a post card with these lyrics. It was about 12 years ago, and it was from Tuscany, if I am correct. Sometimes you don't pay attention to the undertones in the words you read, just beacause you are so familiar with them. Now these words get a deep meaning, and I can understand many things. Still, I'm grateful to the person who sent me that postcard, as now I know how to look forward. Thanks V.

Sunday, March 12, 2006

M.B.A.

Based on a recent experience of mine, on an afternoon in San Francisco my friend Suomen coined a new acronym. When a girl says she is an MBA, watch out as it may mean "Married But Available"...

stay tuned, dear bloggers, as the Coast2Coast tale is coming soon...