Saturday, December 17, 2005

Pizze e birre newyorkesi

Venerdi di farewell per un amico che va via.. ma forse lui gli addii non li sopporta, ed allora ha preferito non presentarsi.. (buon viaggio, A.). Arrivo a casa di T. ed A., nell'upper east, con la mia solita puntualità spaventosa, nonostante il singolare sciopero dei mezzi, ed il triatlon che ho dovuto fare per passare dall'upper west all'upper east (considerando che in mezzo avevo Central Park). Incontro C. nel portone, e saliamo insieme. Strana ragazza, vispa, energica, ma con una dolcezza incredibile negli occhi, che un po' stride con i suoi "milanesismi". Saranno forse le origini greche, da parte di madre. L'avevo consciuta l'altra sera allo Stanton Social, e mi aveva fatto subito una bella impression. Cmq è entrata nell'alveo delle mie simpatie (magari io a lei sono antipatico da morire..). Poi, per carità, io sono il maestro delle prime impressioni fuorvianti, soprattutto quando parto con tanto entusiasmo.

Saliamo fino al quarto piano (che in realtà è il terzo) ed aspettiamo ancora un po'. Dovrebbero arrivare altre due persone che ancora non conosco, ed in più speriamo sempre che A. si faccia vivo. Arrivano dopo una decina di minuti S. e F. All'inizio non capisco se sono una coppia o sono sulla strada per diventarlo. Però hanno un accento familiare, è chiaro che vengono da sotto la Linea Gotica... La loro parlata è davvero simpatica. Realizzo che sono una coppia, ed anche parecchio carini insieme. Decidiamo di andare in una pizzeria, se non ricordo male sulla 3rd Avenue. Ci sediamo e cerco nel menù una pizza che mi soddisfi. Peccato che si scocciavano a formulare loro delle pizze standard. Soluzione pratica: ti diciamo che ingredienti abbiamo, poi sono cazzi tuoi. La classica margherita è stata affiancata da una pizza con prosciutto, olive nere e pomodori secchi fritti: spettacolo...

La serata è trascorsa molto fluidamente, ed ancora una volta mi sono trovato a conoscere delle belle persone, almeno apparentemente. Anche la notte è trascorsa bene, grazie alle due pinte di birra con cui ho fatto andar giù i pomodori. Questa mattina trovo la mail di un prof. cinese che molto velatamente mi chiede se potrà stare nella mia stanza torinese nel suo periodo di visiting a torino. A me? Un cinese? Non esiste proprio... Non è razzismo, è che le differenze culturali sono tali... Ho convissuto con un cinese, e non ne ho ricavato una buona impressione. Ergo, quando J.J. si trasferirà da Bergamo a Torino, dovrà trovarsi una sistemazione alternativa... Temo cmq di sapere già di chi si tratta, almeno a mezzo di racconti indiretti...

E' arrivato il momento di andare: mi aspetta una mattinata di lavoro, ed un pomeriggio di acquisti pazzi al mercatino di Union Square...

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